Monday, October 15, 2012

2012.10.28

Roberto Pretagostini, Scritti di metrica (a cura di Maria Silvana Celentano). Storia e letteratura, 268. Roma: Edizioni di storia e letteratura, 2011. Pp. x, 361. ISBN 9788863722765. €48.00 (pb).

Reviewed by Mattia De Poli, Università di Padova (mattia.depoli@unipd.it)

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[The Table of Contents is listed at the end of the review.]

Il libro raccoglie ventiquattro scritti di Roberto Pretagostini, usciti su riviste o in volume nell'arco di circa trent'anni, dal 1972 al 2004, e dedicati ad argomenti di metrica greca. L'attenzione è focalizzata principalmente sulla poesia lirica e sulle parti cantate o in recitativo delle tragedie e commedie attiche del V secolo: fanno eccezione solamente la recensione al libro Ricerche sul trimetro giambico dei tragici greci: metro e verso, riguardante il principale verso recitato della tragedia, e lo studio su I metri della commedia postaristofanea, che prende in considerazioni i frammenti della commedia di mezzo. Sono comprese anche altre due recensioni: una sul volume Problemi di metrica classica. Miscellanea filologica e una sul manuale di metrica di Martin West, Greek Metre. Nonostante l'affinità tematica, invece, nel volume curato da Maria Silvana Celentano non si fa alcuna menzione dell'articolo Lessico della metrica e della ritmica greca e latina, compreso negli Atti del I seminario di studi sui lessici tecnici greci e latini (Messina, 8-10 marzo 1990), a cura di Paola Radici Colace e Maria Caccamo Caltabianco, Messina 1991, e firmato congiuntamente da Bruno Gentili e da Pretagostini.1 Ed è interessante ricordare che Pretagostini si cimentò con un argomento di metrica greca già nella sua inedita tesi di laurea: Verso e periodo. Ricerche sulla lirica di Aristofane, Università "La Sapienza", Roma 1971, della quale fu relatore Luigi Enrico Rossi.2

All'inizio di ogni contributo compreso nel volume è segnalata la sede originaria di pubblicazione, la cui numerazione delle pagine è indicata in margine ai testi. Nella premessa la curatrice del libro avverte che «talora si è reso opportuno omettere alcuni riferimenti troppo legati all'occasione della prima pubblicazione, quali ad esempio le indicazioni di novità o prossimità della pubblicazione di libri o saggi o dello svolgimento di convegni» (p. VIII).3 Di contro, ad esempio, a p. 40 n. 62 è stato integrato fra parentesi quadre un rinvio a Rossi 1978c, che nel testo originale era annunciato soltanto come un «prossimo lavoro» non ancora pubblicato.4 In modo analogo sarebbe stato utile informare il lettore che Le teorie metrico-ritmiche degli antichi. Metrica e ritmo musicale, ripreso dal volume Lo spazio letterario della Grecia antica, è lo stesso testo pubblicato negli Atti della Accademia Peloritana dei Pericolanti, Classe di lettere, filosofia e belle arti, vol. 69, 1993, pp. 205-228, con il titolo Ritmo metrico e ritmo musicale nella teoria antica.

I testi riproducono in modo fedele gli originali; tuttavia, talvolta è stato inserito inavvertitamente qualche refuso nella punteggiatura (ad esempio virgole fuori posto a pp. 11, 21, 55) o nella scrittura del greco (ad esempio un 'eta' al posto di un 'epsilon' a p. 14 nel testo di Ar. Ra. 1208 ss.). Sono altresì necessarie al lettore alcune avvertenze: 1) è evidente che a p. 2, quando vengono elencate le possibili interpretazioni della sequenza impura, bisogna togliere il punto «1) lec», valore che l'autore esclude assolutamente nel seguito della frase; 2) sul piano tipografico, la realizzazione dell'elemento libero della dipodia giambica o di quella trocaica non sempre è indicata con chiarezza in apice ma talvolta il segno è stampato in linea, mentre a p. 285 nell'analisi dei vv. 102 = 111 delle Trachinie di Sofocle l'elemento indifferente finale è erroneamente indicato in apice anziché in linea; 3) a p. 216 n. 4 bisogna leggere «fino ai saggi più recenti, come […]»; 4) infine, la sequenza del peone-cretico (p. 219) non è U – U ma – U –.

I vari contributi sono proposti in ordine cronologico, secondo l'anno di pubblicazione, con l'accortezza opportuna «di uniformare i testi a norme redazionali comuni» (p. VIII): così, ad esempio, alcuni termini originariamente scritti in greco sono stati normalizzati nella forma traslitterata, come nel caso di parakataloge. L'uniformazione dei testi risulta particolarmente evidente – e utile – anche nei rinvii bibliografici5 ma rimane sottinteso un ulteriore intervento: nei casi in cui Pretagostini in studi differenti abbia fatto riferimento a diverse edizioni di una stessa opera, la curatrice ha deciso di segnalare ovunque l'edizione più recente. L'operazione è stata realizzata generalmente con accortezza, adeguando la numerazione delle pagine in caso di variazioni. Ne sono scaturiti, tuttavia, alcuni palesi anacronismi, ad esempio tutte le volte che si rinvia a Gentili 2006a o Gentili 2006b, Gentili et al. 2006 o addirittura Perrotta – Gentili 2007. Richiede maggiore attenzione il fatto che i rinvii al manuale di metrica greca di Dietmar Korzeniewski sono parzialmente incoerenti: nella bibliografia, nonostante venga descritta l'edizione italiana del 1998 e si faccia riferimento all'edizione originale del 1968 solo tra parentesi, l'abbreviazione adottata è Korzeniewski 1968; nei testi, però, non è raro trovare l'abbreviazione Korzeniewski 1998, già a partire da un articolo di Pretagostini che risale al 1974 (p. 17 n. 1). A p. 190 in due note consecutive si rinvia prima a Korzeniewski 1998 (n.6) e poi a Korzeniewski 1968 (n.7). Se a p. 300 n. 4 è lo stesso Pretagostini a citare un passo anche dalla traduzione italiana del 1998,6 è bizzarro che la recensione di Rossi (1969: p. 281 n. 2) risulti a prima vista anteriore all'edizione del volume recensito (Korzeniewski 1998: p. 281 n. 1). Il quadro è piuttosto ingarbugliato anche per quanto riguarda i rinvii ai frammenti di Simonide, di Pindaro, di Bacchilide, di Ipponatte e dei comici. A p. 72 citare un frammento di Pindaro secondo l'edizione di Maehler (1989) anziché secondo quella di Snell (1964) costringe alla precisazione «(cf. Maehler 1989, p. 139)», laddove Pretagostini fa esplicito riferimento al testo stampato da Snell (n. 12), ma la sostanza non muta. Invece, citare Bacchilide secondo l'edizione del solo Maehler (2003) anziché secondo quella di Snell – Maehler (1970) comporta una palese incongruenza quando nel testo si legge che, «prendendo in esame […] il fr. 14 Maehler di Bacchilide», la sua «struttura metrica secondo gli editori risulta essere […]» (p. 126): un lettore poco accorto difficilmente comprenderà che «gli editori» sono appunto Snell e Maehler, non altrimenti menzionati nel testo. I frammenti dei comici, che almeno nei contributi degli anni Settanta Pretagostini cita secondo l'edizione di Kock (1880: vd. p. 41 n. 63), sono stati rinumerati secondo la più recente edizione di Kassel – Austin (= K.-A.), solo in un caso inspiegabilmente segnalata con la sigla PCG (p. 166 n. 16), mentre la più consueta abbreviazione K.-A. è impiegata anche in questo caso nell'Indice dei luoghi citati.

Proprio l'Indice dei luoghi citati, curato da Luigi Bravi, si rivela molto utile: infatti, se Pretagostini nei suoi scritti, tornando su argomenti già approfonditi o su testi già analizzati, rinvia – seppure in maniera non sempre sistematica – agli articoli pubblicati in precedenza (e nel volume sono stati opportunamente integrati i corrispondenti rinvii interni), per il lettore risulta più difficile procedere nella direzione contraria, dagli studi precedenti a quelli successivi, ma tale difficoltà è risolvibile agevolmente proprio grazie a questo indice.

Gli Scritti di metrica non sono un manuale di metrica – non ne hanno la sistematicità e la completezza7 – ma sono un tesoro di informazioni, preziose sotto molteplici aspetti.8 In più occasioni emerge chiaramente l'attenzione nei confronti sia delle testimonianze antiche che degli studi moderni: Pretagostini sembra aver indagato la metrica greca, seguendo una via personale e cercando una mediazione critica, non aprioristica, tra i «due grossi filoni: quello che si ispira alla cosiddetta scuola storica […] e quello che si rifà al metodo di Maas» (p. 131). Non di rado lo stesso Pretagostini dichiara di occuparsi di argomenti trascurati o poco studiati ed è consapevole dell'originalità delle proprie considerazioni: notevoli, soprattutto, le considerazioni sul «fenomeno conosciuto con il nome di 'anceps iuxta anceps'», riformulato come 'liberum interpositum iuxta liberum interpositum' (pp. 65-66), e sull'«'atomismo' metrico» (pp. 4, 128, 304) delle composizioni liriche eschilee, messe a confronto con le composizioni in metra ex iambis orta dei poeti lirici del canone.

La costante attenzione al contesto (o criterio sintagmatico) e al genere (o criterio paradigmatico) ma anche alle modalità della performance nella sua completezza (canto musica, danza), secondo il concetto antico di mousiké, rappresenta un marchio di fabbrica degli studi di Pretagostini. Le sue indagini si spingono persino a ricostruire, con le necessarie cautele, il rapporto fra metrica e testo, fra forma e contenuto, lungo il sottile confine fra norma e infrazione: la metrica risulta così sdoganata dall'immagine, troppo spesso assegnatale, di disciplina arida e insignificante. A Pretagostini si deve un notevole impulso proprio sul fronte della metrica semantica, alleggerita con garbo dagli eccessi di certo formalismo.

Alcuni cambi di opinione non segnalati dall'autore: in Ar. Ra. 1528-1533 considera i dattili prima lirici (p. 46) e poi «quasi sicuramente recitati» (p. 245); in Ar. Av. 244-246 individua «tre tetrametri» cretici, «l'ultimo dei quali è catalettico» (pp. 166, 186-187) ma in precedenza aveva affermato che «l'interpretazione katà kolon […] è improponibile per i sistemi costituiti da cretici» (p. 90); in Eur. Hel. 167-168 riconosce ora dei dimetri giambici catalettici (p. 9) e ora «due lecizi» (p. 194); in Ar. Ra. 375 = 380 è propenso a riconoscere un sistema di nove 'piedi' anapestici (p. 91), escludendo l'analisi di Prato (pros an par) ma in seguito preferisce individuare «una 'tripodia', seguita da un monometro e un paremiaco» (p. 237). A questo punto, però, la distinzione fra la 'tripodia' anapestica e il prosodiaco diventa molto sottile e la successione pros an par in un contesto oloanapestico è riscontrabile anche in Eur. IT 150-152.9 In modo analogo, in Ar. Ach. 285 = 336 è possibile l'analisi pros an. Anche nel fr. 316 K.-A. di Eupoli, in alternativa all'interpretazione di Pretagostini come «due dimetri coriambici liberi» in cui «il primo metron è costituito solo da tre elementi» (p. 81), è forse preferibile l'analisi come 'enoplio + prosodiaco'.

Pretagostini in un'occasione (pp. 201-213) si è anche occupato del rispetto della struttura metrica greca nelle traduzioni in lingua italiana: mi sembra che la traduzione di Pontani (p. 206) debba essere annoverata tra gli esempi che rispettano almeno l'articolazione della strofe saffica, come quella di Valgimigli del 1944 (p. 206 n. 17).

Dopo la morte di Pretagostini, avvenuta nel dicembre del 2006, molti colleghi hanno voluto ricordare il maestro e l'amico in varie sedi e in vari modi10 ma raccogliere i frutti della ricerca condotta da uno studioso è indubbiamente il modo più efficace per trasmetterne ai posteri il profilo e lo spessore scientifico. E il lavoro di Pretagostini merita tutta l'attenzione di chi intenda dedicarsi allo studio della metrica greca.

Indice

Premessa: VII
Sottoscrittori: IX
1. Lecizio e sequenze giambiche o trocaiche: 1
2. Il colon nella teoria metrica:17
3. Dizione e canto nei dimetri anapestici di Aristofane: 25
4. C. Prato – A. Filippo – P. Giannini – E. Pallara – R. Sardiello, Ricerche sul trimetro dei tragici greci: metro e verso: 51
5. Un problema di interpretazione metrica: Eur. Troad. 256-258 e 265-267: 59
6. Sticometria del PLille 76 a, b, c (il nuovo Stesicoro): 63
7. Prisciano ed alcuni versi 'giambici' nella lirica greca arcaica (Alcmane, Anacreonte, Simonide e Pindaro): 69
8. Sistemi κατὰ κῶλον e κατὰ μέτρον: 83
9. Il docmio nella lirica corale: 97
10. Le prime due sezioni liriche delle Nuvole di Aristofane e i ritmi κατ' ἐνόπλιονe κατὰ δάκτυλον (Nub. 649-651): 113
11.Considerazioni sui cosiddetti metra ex iambis orta in Simonide, Pindaro e Bacchilide: 123
12. Problemi di metrica classica. Miscellanea filologica: 131
13. La metrica greca e la metrica di M. L. West: 137
14. I metri della commedia postaristofanea: 143
15. Parola, metro e musica nella monodia dell'upupa (Aristofane, Uccelli 227-262): 161
16. Forma e funzione della monodia in Aristofane: 171
17.Metro, significante, significato: l'esperienza greca: 189
18. Teoria e prassi della trasposizione metrica e ritmica nelle traduzioni dal greco: 201
19. Le teorie metrico-ritmiche degli antichi. Metrica e ritmo musicale: 215
20. L'interpretazione metrica di Aristofane, Acarnesi 285 = 336 e lo scolio di Eliodoro: 233
21. L'esametro nel dramma attico del V secolo: problemi di 'resa' e di 'riconoscimento': 241
22. 'Mousike': poesia e 'performance': 263
23. Parola e metro in Sofocle: 281
24. Osservazioni sulla metrica nelle tragedie di Eschilo: 299
Bibliografia: 311
Indice dei luoghi citati, a cura di Luigi Bravi: 333


Notes:


1.   Curiosamente Luigi Enrico Rossi, Metrica e scena. Roberto Pretagostini e il dramma greco, in "Dioniso", 6, 2007, pp. 9-22, segnala questo studio come opera del solo Pretagostini.
2.   Ne fa memoria Rossi, Metrica e scena, p. 9 n. 3.
3.   Ad esempio, a p. 116 n. 17 le parole «come ha affermato Gentili 1980» sono la semplificazione di «come ha affermato B. Gentili nella sua relazione 'Funzione sociale del professionismo poetico nella Grecia del VI-V secolo', tenuta a Roma nel corso del convegno del 15-16 maggio 1979 promosso dall'Istituto dell'Enciclopedia Italiana».
4.   In realtà anche questo sistema di integrazioni non è sempre coerente: a p. 116 n. 21 il rinvio a Gentili 1983, posteriore all'articolo di Pretagostini del 1979, è segnalato tra parentesi tonde.
5.   A p. 127 n. 16 il rinvio è a Gentili 1979a, secondo le abbreviazioni della bibliografia del libro.
6.   Ma Pretagostini cita anche un'espressione dall'originale tedesco e in nota rinvia all'edizione del 1968, precisando tra parentesi la pagina della traduzione italiana da cui ha tratto la citazione.
7.   Non sempre limpida è la posizione di Pretagostini rispetto ai dattilo-epitriti o ai kat'enoplion-epitriti oppure rispetto al concetto di 'sincope'.
8.   Una rassegna di molti studi di Pretagostini contenuti in questo volume è proposta da Rossi, Metrica e scena.
9.   Vd. Mattia De Poli, Le monodie di Euripide. Note di critica testuale e analisi metrica, Padova 2011, pp. 158-161.
10.   Vd. Maria Silvana Celentano, Ricerche di metrica e musica greca. Per Roberto Pretagostini, Alessandria 2010, pp. IX-X n. 3.

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