Thursday, August 30, 2018

2018.08.37

J. A. Fernández Delgado, F. Pordomingo (ed.), La retórica escolar grieca y su influencia literaria. Edición a cargo de J. Ureña Bracero y L. Miguélez-Cavero. Aquilafuente, 232. Salamanca: Ediciones Universidad de Salamanca, 2017. Pp. 856. ISBN 9788490128022. €28,50.

Reviewed by Francesco Berardi, Università di Chieti-Pescara (f.berardi@unich.it)

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Dopo gli atti del Simposio organizzato all'Università di Salamanca (Escuela y Literatura en Grecia antigua, Cassino 2007), la bibliografia sui progymnasmata, gli esercizi scolastici finalizzati alla prima formazione retorica, si arricchisce di un nuovo e prezioso strumento di lavoro grazie al volume che J. Ureña e L. Miguélez Cavero hanno allestito raccogliendo i più significativi contributi scientifici di J. A. Fernández Delgado e F. Pordomingo.

Il libro riassume le principali direttrici lungo le quali si sono sviluppate negli ultimi anni le ricerche in questo particolare settore dell'insegnamento retorico: 1) lo studio della dottrina progimnasmatica anche in rapporto alla pratica declamatoria; 2) l'indagine papirologica ed epigrafica applicata ai numerosi reperti che restituiscono prontuari per la composizione, esempi di esercizi svolti, repertori di modelli, compiti eseguiti dagli studenti, per un lungo periodo di tempo (dal III sec. a.C. al VII d.C.); 3) l'approfondimento del riuso dei testi letterari in ambito scolastico come supporto agli esercizi grazie anche all'analisi di antologie e manuali; 4) la riflessione sull'influenza che i progymnasmata hanno avuto sulla scrittura letteraria con la relativa individuazione di tecniche e forme espressive mutuate dalla tecnografia. Ciascun indirizzo costituisce una sezione autonoma dell'ampio volume per la cui struttura gli editori hanno opportunamente pensato di non seguire l'ordine cronologico dei contributi, ma di preferire una solida organizzazione tematica.

Non è possibile in questo luogo rendere conto de singoli contributi, ma piuttosto pare opportuno sintetizzare i più significativi esiti delle ricerche ed evidenziare le diverse metodologie di indagine che potranno essere applicate ai futuri lavori sui progymnasmata con la promessa di interessanti risultati, evidenziando già da ora che questi interessano non solo l'ambito retorico degli esercizi scolastici, ma anche la storia della letteratura e dell'educazione nell'antica Grecia.

Sin dalle prime pagine si distingue la cura filologica per il materiale documentario, evidente nell'interesse per i molti papiri ed ostraka che restituiscono prontuari di composizione, repertori di modelli, esempi di esercizi. L'attenzione alle caratteristiche del supporto materiale si unisce alla contestualizzazione storica e alla valutazione della tradizione retorica e culturale così da fornire un'interpretazione a tutto tondo delle testimonianze. Gli autori deducono dalle caratteristiche della scrittura e dalle modalità di confezionamento del prodotto notizie preziose per capire la matrice scolastica, la finalità didattica e la circolazione dei testi, applicando un metodo di analisi che procede sicuro nel riconoscere le mani di studenti, maestri e amanti delle lettere, nell'individuare i livelli di riuso degli strumenti didattici (semplici esercizi di sillabazione o dettato, parafrasi di modelli classici, raccolte di brani per la rielaborazione scritta, più complesse redazioni di progymnasmata), nell'assegnare i diversi sussidi ai tre livelli in cui si distingueva la formazione scolastica (γραμματιστής, γραμματικός e ῥήτωρ). Il confronto, poi, con la tradizione letteraria e la dottrina retorica canonizzata nei successivi manuali di progymnasmata li aiuta a interpretare i testi dei papiri e degli ostraka, a vedervi la presenza di questo o quell'esercizio, apprezzando la continuità di una forma di insegnamento che per gli autori nasce con la prima sofistica e si diffonde nelle scuole ellenistiche mediante la pratica di pièces di composizione su favole, aneddoti, elogi, etopee, per poi strutturarsi in curriculum di studi nel I sec. d.C. Ne scaturisce una preziosa rassegna di gran parte del materiale documentario in lingua greca relativo ai progymnasmata e ad altri esercizi di scuola riconducibili alla propedeutica retorica dal III sec. a.C. al VII d.C., con la messa a punto di importanti testimonianze, come il P.Vogl. I 20 (in cui gli autori correggono la tradizione esegetica individuandovi anche la presenza di una thesis), gli antichi P.Vogl. III 123 (rassegna di argomenti per elogi) e P.Berol. 12318 (raccolta di sentenze), i PSI II 135 e PErl. 5 (parafrasi di testi letterari).

Notevole è il contributo nello studio della favola, dell'elogio, dell'etopea e, soprattutto, della parafrasi, perché gli studi riuniti nel volume forniscono un inventario esauriente dei sussidi scolastici senza limitarsi alla lettura di testi progimnasmatici, ma considerando anche i lavori di riscrittura di brani letterari. Interessante è, infatti, la sezione del libro dedicata allo studio dei classici presso le scuole antiche con una rassegna dei papiri contenenti materiale relativo alle due principali auctoritates, Omero ed Euripide: si tratta di brani dettati o trascritti da scolari, copie di maestri, passaggi scelti, antologie, esercizi più complessi di riscrittura, tra cui si segnalano il P.Cair. 65445 (Livre d'écolier), il P.Berol. 9774 (con il pastiche di versi omerici ed esiodei), i P.Hamb. II 136 e 137, le antologie scolastiche del P.Freib. 1b, e del P.Berol. inv. 9772-9773.

La cura per l'analisi filologica e la sensibilità verso la contestualizzazione storica caratterizzano anche l'indagine dei testi letterari alla ricerca di tracce di esercizi progimnasmatici. L'idea di poter individuare nei brani di prosa e poesia gli sviluppi di tipologie testuali apprese a scuola è suffragata dalla centralità che i progymnasmata assumono a giudizio dei due studiosi nel processo di formazione letteraria, non solo retorica, come ben evidenziato dalla pratica scolastica dove l'abitudine di elaborare gli esercizi partendo da modelli genera un dialogo tra insegnamento retorico ed educazione letteraria che viaggia in entrambe le direttrici: dall'analisi dei classici si ricavano i procedimenti di elaborazione delle varie forme testuali che, una volta fissati dalla dottrina retorica, sono appresi più facilmente dagli studenti i quali, usciti di scuola, li riusano per scrivere i testi. Quest'osmosi tra formazione retorica e letteratura presuppone competenze negli autori, ma anche nei lettori che devono apprezzare il gioco di rimaneggiamento dei meccanismi compositivi ripresi dai modelli letterari.

Su queste premesse J. A. Fernández Delgado e F. Pordomingo conducono le loro indagini prendendo a riferimento due autori in particolare, Plutarco ed Euripide, per mostrare da una parte quanto i progymnasmata abbiano influito sulla produzione letteraria sin dall'età sofistica e dall'altra quanto l'analisi retorica dei testi, attenta a individuare il fenomeno, permetta di reinterpretarli risolvendo alcuni problemi esegetici e gettando nuova luce sulle figure degli autori. Notevole è in tal senso la rivalutazione dei rapporti tra retorica e letteratura che scaturisce dall'analisi delle opere di Plutarco in cui Delgado vede il riuso di esercizi come l'etopea, l'aneddoto, la favola, la σύγκρισις, la thesis, mettendo in evidenza alcuni aspetti trascurati della sua ironia o spiegando la finalità di testi come il Grillo, il Banchetto dei Sette Sapienti, il De Iside et Osiride, il De garrulitate. Le tecniche di confutazione ed argomentazione spiegano, invece, l'agone tra Anfitrione e Lico nell'Eracle euripideo (vv. 140-235), mentre i meccanismi dell'elogio danno coerenza a tre stasimi dello stesso dramma (vv. 338-441; 637-700; 763-814), così come i procedimenti dell'ekphrasis garantiscono l'inserimento della descrizione dello scudo di Achille nell'azione drammatica dell'Elettra (vv. 452-486), dove ogni dettaglio anticipa simbolicamente snodi tematici dell'assassinio di Clitemestra.

L'interesse per l'ekphrasis è evidente anche nell'analisi di alcuni epigrammi di Posidippo (l'epigramma contenuto in PCair. 65445, di cui Pordomingo fornisce una convincente proposta di integrazione, e quello trasmesso dall'Antologia Planudea, AP XVI 275) o del romanzo di Longo, in cui la storia d'amore di Dafni e Cloe è scandita da una particolare tipologia descrittiva, l'ekphrasis delle stagioni. In tutte queste riletture dei testi letterari appare evidente l'intenzione dei due studiosi ad andare al di là dei semplici interessi retorici per trovare nei progymnasmata una chiave di esegesi testuale.

L'impianto generale, che si basa sulla centralità degli esercizi preliminari nel sistema educativo antico, è convincente e capace in molti casi di fornire suggestivi contributi critici per la lettura dei testi, per la valutazione della loro destinazione e circolazione, anche se è necessaria una precisazione a proposito di un limite del quale i due studiosi avvisano opportunamente il lettore: quando si prendono in considerazione testi antichi che precedono di molti secoli la fissazione della dottrina, sorgono dubbi se sia opportuno interpretare la condivisione di tecniche elocutive nel senso di un'influenza esercitata dalla teoria retorica sulla letteratura o piuttosto come l'esito di una riflessione a posteriori della manualistica, che fissa le caratteristiche dell'esercizio sulla base di brani letterari usati a modello. Né risulta decisiva la testimonianza dei papiri d'età ellenistica che per lo più raccolgono stralci di testi-modello o repertori di luoghi, pur organizzati secondo precise tipologie testuali. Manca, cioè, una riflessione teorica di cui, ahinoi, non si ha traccia nelle fonti se non dal I sec. d.C. quando, tuttavia, gli esercizi appaiono già strutturati in solidi impianti curricolari (Quintiliano e Teone).

La ricostruzione che scaturisce dalla attività di ricerca dei due studiosi e che ora è possibile cogliere integralmente grazie ai contributi raccolti in un unico volume, sembra sistemare con verosimiglianza molti tasselli della storia dei progymnasmata, suscitando perplessità solo in pochissimi casi: l'excursus sull'uso del termine ekphrasis nella dottrina retorica è inficiato dalla datazione dell'Ars rhetorica di Ps. Dionigi di Alicarnasso al I sec. a.C. e non al II-III d.C. (p. 527), mentre non convince del tutto l'equivalenza tra thesis pratica e quaestio finita (p. 816); sembra infatti più opportuno individuare in thesis la quaestio generalis, a prescindere dalla tipologia teorica o pratica, mentre la quaestio finita o causa è piuttosto l'ὑπόθεσις, come pare evincersi dalla lettura di Cic. part. 61-63; Quint. inst. 3, 5, 5-7; Theon 120, 18-19 Spengel = p. 82 Patillon.

Agli editori della raccolta va dunque il merito di aver allestito un bel volume che costituisce un utile strumento di lavoro sia per gli specialisti di retorica, che vi troveranno un aiuto alle indagini sui progymnasmata in lingua greca, sia per i filologi, che apprezzeranno gli apporti esegetici su autori come Plutarco, Euripide, Posidippo, Longo Sofista, Babrio, Eronda, sia, infine, per i papirologi, attratti dal repertorio delle fonti documentarie.

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